CRISTIAN. nomen omen
Certi uomini
racchiudono in sè
tutta la dolcezza, la modestia e la semplicità
del mondo.
mi si sconquassa l’anima
prima che dicano di sì a un ritratto.
presentarsì così
durante il lavoro
disponibile.
nudo
Una faccia che non è di rappresentanza
ma che rappresenta sè:
il privato, vulnerabile
di
ognuno
di
noi
CHEF TONY
“ Tutti gli oggetti allungati: bastoni, tronchi, ombrelli (per il modo di aprirli che può essere paragonato all’erezione?) intendono rappresentare il membro maschile [1909], così come tutte le armi lunghe e acuminate: coltelli, pugnali, picche [1911]. Un simbolo frequente, non molto comprensibile, del membro maschile è anche la lima per unghie (forse per lo sfregamento e il raschiamento) [1911]. Astucci, scatole, casse, armadi, stufe, corrispondono al grembo femminile [1909], come del resto caverne, navi e tutti i tipi di recipienti. Le stanze nel sogno rappresentano generalmente donne e proprio la descrizione delle loro diverse entrate e uscite conferma quest’interpretazione [1909]. In questo contesto, l’interesse per il fatto che la stanza sia «aperta» o «chiusa» diventa facilmente comprensibile. Non occorre poi che sia detto espressamente quale chiave apra la stanza. […] Il sogno di passare attraverso una fuga di stanze è sogno di bordello o di harem [1909].
[…] Tutti i complicati macchinari e gli apparecchi dei sogni sono con ogni probabilità organi genitali di regola maschili [1919] e nella loro descrizione il simbolismo onirico si rivela infaticabile, come il motto di spirito [1909]. È altresì molto chiaro che tutte le armi e tutti gli arnesi: aratro, martello, schioppo, rivoltella, pugnale, sciabola e così via, vengono usati come simboli del membro maschile [1919].”
(Freud, L’interpretazione dei sogni)
PRIMA VERA DOMENICA 2/2 il mio viso è il tuo specchio
“Un primo piano? Ma vado bene?”
se potessi sentire le mie extrasistoli…
“Prendi un panino. Poi ripassa e dimmi com’è il prosciutto”
…
DAVIDE
“Ponto sei Ardo? Sei Ardo? Sai chi so io?…. Eh?… Eh! quando vengo là t’ammazzo! Te faccio sparà alle gambe! Sei Ardo? Embè? allora statt’attento, te strappo le palle quanno te vedo? Ma sei Ardo er carozziere?… Come no? oh, cazzo, scusa, me so sbajato. Non t’ammazzo più….”
TRAM TRAM
Riccardo e Danilo conosciuti alla fermata del 19.
-Sabato ledigaga canterà borndisuei al circo massimo-
3 ORE FA
Antefatto
Un ragazzo da conoscere. Blind date
h 10.00 sms ricevuto – “Alle 11 allora davanti al Mc Donald’s a Termini”
DOCCIA
Per te che non credi.
Per te, l’unica persona che sa cosa provo mentre faccio ciò che sono.
Buio e luce sono figli del sole.
come un Apoxiomenos al contrario, rimuovo l’acqua in eccesso, con l’indice e il pollice a paletta via dalle braccia, capelli, poi dai fianchi giù alle cosce.
PULITO. RIPULITO.
PARVENUE.
“Quanti anni hai? 23, 24..?”
4 anni insieme a una persona sono tanti. di convivenza poi!
“Sei il primo che viene qui, infatti sono teso”
1460 giorni in cui non posso dirti “mi manchi”. e l’adrenalina ora sale. è questo che cerchi.
L’orgasmo da solo è la morte, ha il suono di un ascensore che si apre.
Aspettare il 92 per 50 min e non battere ciglio, avanti e indietro sulla linea gialla.
Due viste, bus che non arriva, dietrofront, tragitto all’orizzonte.
cambio traccia. Adele […]
bus che non arriva, dietrofront, tragitto all’orizzonte.
“Screaming at your name, your name…”
h 10.25 sms inviato “Tardo 10 min ma arrivo. Autobus domenicali di merda”
bus che non arriva, dietrofront, tragitto all’orizzonte.
… rabbia
bus che non arriva, dietrofront, uomo che monta in scooter.
uomo che monta in scooter mi guarda
uomo che monta in scooter mi guarda e sorride
[40-45 (Brizzolato + pizzo nero/grigio) x 1,90 / peso > 100 Kg + (orecchino, un puntino discreto sul lobo sinistro + labbra carnose + ciglia lunghe nere) + 45/6 di piede]
circa 30 secondi a quattr’occhi, mentre fa manovra.
Mezzo minuto di onde S sotto i piedi, ipocentro: tutto il dolore lavico del mondo.
Semaforo, rotatoria e parcheggia dov’era prima ma al contrario, il mio sguardo èil suo casco.
Veglio a 1 metro dal suo disabbigliaggio, che culmina con la comparsa di una tracolla nera, vezzo umilmente indossato.
Pausa della vista. Sta per entrare nel portone.
Cerca, non verso l’entrata, indeciso ma non frenetico:
– le chiavi?
– una sigaretta?
– l’accendino?
lo aiuto e mi stringo il cavallo.
e poi sorrido per sbloccare la statua di sale.
I PLAY with my body. I PLAY with my voice.
vado a braccio, senza il canovaccio di una casalinga frustrata che ha voglia, ma si contiene perchè deve.
Atto I
“Gli autobus la domenica sono un miraggio”
Riesce a schiarirsi la voce e poi biascica dagli occhiali da sole specchiati:
“Gia preso il caffè?”
Si fa per andare e dico
“Dobbiamo proprio?”
Mima largo, come allo specchio il mio sorriso, il suo più bianco.
Ma è suo.
h 10.32 sms inviato – “Mi spiace ma non posso più venire”
in ascensore le mie dita sulla tastiera,
la sua mano grossa come il mio petto.
Bing!
sliding doors.
“Problemi con cani o gatti?”
ero già chino per vederli bene.
chiavistello
interno in penombra.
Piante
Atto II
Tutto come da prassi.
Già visto. Già fatto.
Ma nuovo. Cacciato. Rubato. Predato
Atto III
“E il caffè?”
evito le feste eccessive del cane.
non voglio farlo rimanere male quando non potrò salutarlo per strada.
“Sai, sei bello perche non sei checca! Io lavoro in centro e ne vedo tanti”
evito di dirgli che lavoro faccio.
non voglio farlo rimanere male quando non potrò salutarlo per strada.
Epilogo
Poi il Sole. E non ci sei già più.
Un punto su un giorno di maggio
sul calendario giuliano.
Un ragazzo da conoscere. Sconosciuto.
Uno uomo sconosciuto. Conosciuto
Morale
Immorale?
Amorale.
BEATIFICAZIONE
Beato chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
Sandro Penna
Davide contro Gol(i)a
Dopo Donatello e il suo David vincitore – risolto – compiuto; dopo quello Michelangiolesco, meditativo – dubbioso.; dopo quello di Bernini, ritorto e strizzato come uno straccio di sudore e fatica, grido Hecce Omo (io) Homo (lui)
ORSO MARINO
“Ernè, sto pischello ce vole fa’ na foto!”
“Vabbè, si je serve uno co la faccia da fregnone va bbene”
Lei perfetta nel suo non fare domande, lui così in torto con sè stesso da aver ragione. Mi perdo ogni volta nel feticismo dell’autopsia di gesti e smorfie sfumate, del viso altrui. E un dettaglio non è più solamente un dettaglio: il piercing, la barba curata, le sopracciglie folte, tanto per iniziare le portate di un pasto rubato – à bout de souffle – fino al dessert senza zuccheri, spezie eccessive o additivi.
Ah! lo storcersi infinito della tua bocca: una scoperta che mi fa sentire un neaonato al suo primo vagito, mentre ascolto le tue lallazioni.
Siamo bambini entrambi, anche se non minori. Dovremmo poter stare nudi.
Capocotta – Agosto 2008
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