BELLEZZA
A volte c’è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla… Il mio cuore sta per franare.
Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo.
A volte è come se la vedessi tutta insieme, ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare. E poi mi ricordo, di rilassarmi, e smetto di cercare di tenermela stretta. E dopo scorre attraverso me come pioggia, e io non posso provare altro che gratitudine, per ogni singolo momento della mia stupida, piccola, vita. Non avete la minima idea di cosa sto parlando, ne sono sicuro, ma non preoccupatevi: un giorno l’avrete.
HOTTEST DAY
Nonostante il caldo va a passeggio. Polo bianca nei pantaloni corti di jeans cintati Gucci e mocassini scamosciati blu, abbronzato.
Finge di farsi molestare dal mio sguardo, mentre sussurra “Ne mai vedem” al cellulare;
Vado via, a fare lo stesso con un autista dell’Atac.
Auguri, Mauro
Un regalo rubato. Un’opera pronta.
Un invito a saper guardare, a riconoscere le epifanie.
CURA
PRE – POSTPRODUZIONE
Il genio (prodotto dalla volontà sociale di crearsene uno, più che dalla volontà individuale di diventarlo) sorvola frivolo la prigione dell’essere sè-ssuali e non compie alcun sacrificio castratorio nella trasumanazione: egli non castra nè sublima il proprio gusto ma i genitali in cancrena del Gusto come Verità del mondo
Guai alla farfalla che rinnega o rimuove il verme, di cui è la perfetta sovrastruttura, per fare le moine alla concupiscenza di una rete: viene infilzata a uno spillo e subito messa in cornice sottovetro – le si fa un monumento da viva.
L’opera d’arte transessualizza il mondo senza per questo rifondarlo meno verista di quel che è: essa non è del tutto assimilbile nè del tutto digeribile dalla particolare società in cui è stata concepita e recepita, altrimenti verrebbe cannibalizzata e espulsa. Ciò che i cannibali non riescono a far fuori viene chiamato speranza. E la speranza è un camaleonte che deve variare costantemente e impensabilmente di sesso se vuole mettersi in salvo. Occorre sbarazzarsi di ogni mistica mistificatoria del sacrificio di sè-sessuale e da ogni retorica carmelitana del dono di sè: essere il guardaroba totale del teatrino del proprio tempo e non per questa capacità di superiore osmosi coi costumi dei propri simili rinunciare alla propria particolare foglia di fico per quel che è.
A. Busi, Sodomie in corpo 11 – 1988 Mondadori
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